Carissime, carissimi,
ogni mattina, quando mi sveglio, apro la posta elettronica e trovo almeno una trentina di email. Poi faccio lo stesso con i miei altri due indirizzi e con whatsapp. E durante il giorno continua ad arrivarmi posta. Lo stesso succede, immagino, a voi… L’unico modo per sopravvivere a tutto questo è non aprire o eliminare i messaggi meno utili o urgenti, e non mi stupisce che faccia la stessa fine la lettera del governatore. Che è inviata a tutti tramite un sistema dal quale si può capire in quale percentuale viene aperta: nel caso della lettera di luglio il risultato è stato del 38%. In realtà non è proprio così, perché la diffondiamo anche con altri canali, ma comunque il dato fa riflettere. Dipende da me: chissà che mano a mano che l’anno trascorre non riesca a mandare qualche messaggio che desti più interesse. D’altronde credo che una cosa scritta con piacere abbia più chances di essere letta con piacere. E a me scrivere la lettera piace! Vedremo che cosa diranno le statistiche.
A proposito di statistiche. L’argomento che il Rotary International ci propone come tema del mese è uno dei più sensibili: l’effettivo e la creazione di nuovi Club. Qui le parole d’ordine sono: mantenere i soci, rendere le nostre azioni attraenti e significative, coinvolgere le persone che nelle nostre comunità svolgono con competenza, serietà ed efficacia la loro attività e sono disponibili a mettersi al servizio degli altri e aumentare, se è il caso, il numero dei Club, magari ricorrendo a modelli diversi da quelli tradizionali. Ma soprattutto si tratta di far fronte alla crisi generale dell’associazionismo, che si riverbera anche nella contrazione delle associazioni di servizio. Non è un problema solo nostro, ma della società attuale: noi abbiamo però, per rispondergli, una carta in più degli altri, che è la nostra speciale identità, il nostro modo di vedere le cose e di affrontare le sfide che ci vengono poste. Una identità che sintetizzerei in questo modo: il piacere di stare insieme per far del bene agli altri e migliorare noi stessi. È certamente importante compiere analisi, adottare strategie, definire buone pratiche, ma sono convinto che se viviamo fino in fondo quella identità tutto il resto venga da sé, di conseguenza.
Non sto quindi qui a darvi stime, proiezioni o piani di sviluppo (di quelli si parlerà a suo luogo), ma vi chiedo di lasciar perdere per un momento queste cose e vi propongo qualche esperienza del mio primo mese di governatore. Luca Crivelli e io abbiamo appuntato il distintivo a quasi quaranta nuovi rotaractiani: giovani che stanno per intraprendere gli studi universitari, o li hanno cominciati o appena terminati, o che si sono affacciati da poco al mondo del lavoro, nel campo dell’ingegneria, della giurisprudenza, dell’economia, della medicina, della fisioterapia, della veterinaria, dell’architettura, dell’imprenditoria del turismo, della comunicazione (anche ad altissimi livelli), dello sport (alcuni erano campioni di pallanuoto). Senza tante programmazioni e sollecitazioni in quella sera abbiamo aumentato significativamente l’effettivo del nostro distretto. Ma questo conta poco: contano l’entusiasmo, la voglia di fare, l’atteggiamento positivo, lo spirito d’iniziativa, la volontà di impegnarsi in qualcosa di nuovo, di bello, d’importante, che quei rotaractiani hanno visto nel Rotary e che hanno restituito e trasmesso, moltiplicato, a chi era presente a Rapallo quando hanno dato alla luce il loro Club. Loro ora si metteranno al lavoro, ma noi tutti abbiamo una responsabilità ancora più grande: confermare quell’immagine del Rotary che ha fatto sì che abbiano aderito con tanta passione al nostro sodalizio. Mi sono soffermato sulle loro differenti sfere di attività perché sono convinto che il bello del Rotary sia l’estrema varietà delle esperienze di vita e di lavoro dei soci, delle quali i nuovi rotaractiani ci danno un nutrito campionario, e che si traducono in un continuo arricchimento reciproco: il network rotariano ci offre una possibilità di scambio formidabile ed è questo uno dei lati più significativi della “diversità” sulla quale tanto insistiamo. Perché allora incrementare l’effettivo? Non per poter avere dei numeri più alti da mettere nelle statistiche, ma per aumentare quel network e quella diversità che costituiscono la nostra vera ricchezza e dei quali il successo delle nostre iniziative è una diretta conseguenza.
Ho proposto il caso del nuovo Rotaract (un altro si affaccia all’orizzonte, certamente con la stessa carica e lo stesso entusiasmo, e altri, perché no, verranno), ma in questi giorni sono stato ospite di diversi Club (che ringrazio di cuore per l’accoglienza calorosa) e ho trovato tanta vivacità, amicizia e voglia di fare cose insieme e di ampliare il proprio coinvolgimento: ho appuntato il distintivo a due nuovi soci e in un caso il nuovo socio era già il terzo entrato nel suo Club durante l’anno rotariano ‘24-25. Vedo poi che nel mese di luglio sono state registrate una dozzina di new entry Rotary, oltre alle 40 Rotaract che ho già ricordato. Dati grezzi, da soppesare, valutare, interrogare… Ma segno di una indubbia ventata di rinnovamento, e quindi di freschezza e vitalità.
Ci chiediamo spesso quali ragioni dare a un potenziale nuovo socio per entrare nel Rotary. E facciamo bene, per essere pronti a spiegare il Rotary agli altri. Ma, vivendo nel modo giusto il nostro sodalizio, dovremmo piuttosto chiederci: perché non entrare nella famiglia rotariana? E veramente non trovo risposte plausibili…
Forse una potrebbe essere: per non avere la posta elettronica intasata da cose come la lettera del governatore. Ma chissà che non riusciamo, mettendoci d’impegno, a vanificare anche questa.
Buon mese d’agosto e buone vacanze!